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Alfonso Pacifici, nato nel 1889 a Firenze e mancato nel 1983, fu avvocato e pensatore.

Si formò sotto l'influenza di Rav S. H. Margulies e divenne il leader del gruppo di giovani che tentò di rivitalizzare la vita ebraica in Italia, attraverso una visione “integrale” del Giudaismo, che combinava la religione, la cultura e il sionismo.

Oratore eccezionale, con un aspetto suggestivo e di grande fascino personale, egli ha esercitato una notevole influenza su tutta una generazione di ebrei in Italia, anche su coloro che successivamente si trovarono in disaccordo con la sua sempre più intransigente ortodossia.

Nel 1916, fondò con Dante Lattes, il settimanale Israel.

Egli si stabilì nel 1934 in Erez Israel, dove continuò la sua attività, soprattutto nell’ambito delle istituzioni educative ortodosse.

Le sue idee sono espresse in opere come Discorsi Sullo Shemà (1953) qui presentata nella sua attualità, Segullàt Israel (1955), e il semi-autobiografico Interludio (1959). Nel 1984 un piccolo libro è stato pubblicato in ebraico, Da Firenze in Italia a Gerusalemme, contenente una parte della sua autobiografia e due articoli di S. Auerbach e GB Sarfatti.

Una strada è stata dedicata alla sua memoria a Gerusalemme, Segullàt Israel Street, dal titolo di uno dei suoi libri.

Il suo archivio è stato trasferito l'Archivio Centrale per la Storia del popolo ebraico a Gerusalemme e l’Inventario è stato pubblicato (a cura di R. Spiegel) nel 2000.

 

 Adattato dalla Encyclopaedia Judaica, articolo di Cecil Roth / Alfredo Mordechai Rabello.

Se da questi scritti, vissuti da me con molta intensità di passione al momento nel quale li redassi, potrà venire, a chi li leggerà o rileggerà, una spinta a scoprire luci inaspettate su punti sui quali non aveva forse fino ad allora riflettuto, questo sarà tutto il compenso che ce ne siamo ripromessi…

 

Alfonso Pacifici