Spiegare la Cabbalà
Giulio Busi e rav Riccardo Di Segni
……Nel pomeriggio kabbalah protagonista anche al Palazzo della Cultura (la fila
per entrare arrivava fino al Teatro Marcello) dove Giulio Busi, uno dei massimi esperti
mondiali in materia, e Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, hanno dato vita a un dibattito ricco
di spunti e stimoli. I due relatori hanno ripercorso i principali passaggi
storici e di significato della kabbalah,
soffermandosi sugli insegnamenti dello Zohar e sulle
dieci sefiroth, gli attributi divini attraverso i
quali il Signore può proiettarsi sul mondo e sugli uomini. Il dottor Busi, ricordando la grande influenza della kabbalah nel pensiero occidentale ha sottolineato
come gli studiosi che si occupano dell’argomento debbano vestire due panni -
quello dello storico e quello dello storico della cultura - per evitare di
cadere nella trappola della superficialità. Bisogna infatti
indagare in profondità, insiste Busi, su cosa i
cabalisti intendessero scrivere di volta in volta e su quale sia stata la
ricezione del loro messaggio nel corso dei secoli. Rav
Di Segni si è soffermato in particolare sul senso della kabbalah,
spiegando come attraverso il suo studio gli ebrei
possano dare un senso alla propria esperienza religiosa grazie alla motivazione
di precetti che la sola razionalità non sarebbe in grado di interpretare.
L’esempio citato dal Rav è stato quello della proibizione
di mangiare carne di maiale. Proibizione che un
approccio laico motiva con spiegazioni di natura igienica
mentre un approccio cabalistico inserisce in un contesto metafisico di
mondo invisibile diviso in cose pure e cose impure...
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